MORTON SMITH
Il Vangelo Segreto di Marco
(1973)
MORTON SMITH
Il Vangelo Segreto di Marco.
La scoperta e l'interpretazione del Vangelo Segreto secondo Marco
Editore Mursia
Milano, 1977
Traduzione integrale dall'americano:
Elisabetta Romagnolo e Giuseppe Castoldi
Elisabetta Romagnolo e Giuseppe Castoldi
* * *
EDIZIONE ORIGINALE:
MORTON SMITH
The Secret Gospel.
The discovery and interpretation of the Secret Gospel according to Mark
Dawn Horse Press
Middletown, USA, 1973
<<"Per ogni argomentazione esistono sempre una tesi e un'antitesi". Chi voglia sapere cosa sia realmente accaduto farà meglio a prestare orecchio ad entrambe le parti. Se si vuole comprendere un uomo, meglio non prestare fede solo a quanto dice chi crede alle sue affermazioni, ma dare ascolto anche a quanti non vi credono... Una regola, questa, che dovrebbe valere non solo per Gesù, ma per chiunque altro. Eppure, quando ci chiediamo cosa abbia avuto da dire su Gesù la gente che non credeva in lui, è difficile dare una risposta. Quel che sappiamo di Gesù proviene dagli scritti dei suoi discepoli, e principalmente dai vangeli. (...) I discepoli non si sono limitati a scrivere tali opere: hanno fondato un'organizzazione, "la Chiesa", che nel giro di soli tre secoli sarebbe diventata talmente potente da ottenere l'avallo dell'Impero Romano per reprimere l'opera di chiunque si manifestasse contrario ad essa. (...) Ci è noto come nel 326 d.C. l'imperatore Costantino abbia disposto il sequestro e la distruzione delle opere di "eretici" (l'opinione cristiana di minoranza). (...) Per liberarsi del materiale scomodo la Chiesa non doveva fare affidamento soltanto sull'iniziativa imperiale. Costantino e i successori avevano conferito potere giuridico ai vescovi, i quali potevano - come effettivamente fecero - agire di propria iniziativa. (...) Questi pii tentativi di sopprimere le opinioni degli "altri" non hanno avuto pieno successo. (...) Poco per volta, negli ultimi due secoli gli studiosi sono riusciti a raccogliere frammenti di cronache e di opinioni su Gesù che contraddicono i dogmi di quella parte della Chiesa che infine ha prevalso. Non possiamo fare riferimento a testimonianze andate distrutte, ma siamo in grado di mettere insieme vari frammenti sufficienti a dimostrare le differenze d'opinione espresse dai seguaci di Gesù, e perfino buona parte di quel che pensava di lui la maggioranza dei contemporanei (quelli che non lo seguirono). Diventa quindi finalmente possibile dare ascolto alle molte altre verità sulla vicenda... Siamo particolarmente interessati ad ascoltare altre verità sulla vicenda di Gesù perché la versione presentata dai vangeli ha fatto sorgere molti problemi rimasti irrisolti nel tempo. Per secoli gli studiosi hanno analizzato i testi con cura minuziosa, con il solo risultato di trovarsi in totale disaccordo sul personaggio centrale dei vangeli...>>MORTON SMITH, da Jesus the Magician: Charlatan or Son of God? (1978), dal Cap.I: 'Testimonianze distrutte e problemi irrisolti', nella traduzione italiana non specificata, pubblicata col titolo Gesù Messia o Mago? Indagine sulla vera natura del Nazareno da Gremese Editore, 3^ ristampa, Roma, 2006
<<In sum*, "Lo stato della questione" sembrerebbe il seguente: l'attribuzione della lettera a Clemente è comunemente accettata, e nessuna consistente obiezione contro di essa è sinora apparsa, ma l'attribuzione da parte di Clemente del vangelo a "Marco" è universalmente respinta. Per quanto riguarda i frammenti del vangelo, il campo è frazionato in tre direzioni. La posizione più debole sembra essere quella di coloro che sostengono che il vangelo è un apocrifo del genere più comune del secondo secolo; questa posizione (in realtà) sorvola sulle cospicue differenze (del vangelo) da quel genere (quello diffuso nel secondo secolo). L'opinione più diffusa è di chi lo considera una commistione di vari elementi dei vangeli canonici. Ma poiché simili commistioni sono già regolarmente censite, ciò dimostra che non esistono episodi precedenti (al vangelo segreto); e questa obiezione si volge a problemi senz'altro meno gravi dell'imperizia di non dare risalto e priorità piuttosto alla nuova versione della resurrezione di Lazzaro, nonché al fatto che (questa versione) rivelerebbe una relazione del percorso marciano con quello giovanneo. La terza strada è quella che farebbe derivare il nuovo testo da epigoni marciani, che avrebbero appunto imitato lo stile di Marco, utilizzando però del materiale precedente. Quest'opinione glissa le obiezioni prima menzionate, ma coloro che sostengono quest'idea non riescono ad accordarsi su quale tipo di 'materiale precedente' sia stato usato...>>
MORTON SMITH, dall'articolo Clement of Alexandria and Secret Mark: The Score at the End of the First Decade (Clemente di Alessandria e il Marco Segreto: il punto della situazione alla fine del primo decennio), pubblicato su Harvard Theological Review, vol. 75, n. 4 (ottobre 1982), pp. 449 – 461 - traduzione dall'inglese propria...
*In sum (o insum) dovrebbe essere un avverbio latino che in italiano si può tradurre come 'all'interno' (di questa situazione, di questo problema), 'in quest'ambito', 'contestualmente'...
MORTON SMITH in una foto tratta dal sito The Secret Gospel of Mark, attualmente non facilmente reperibile in Web
Per una nota biografica rimando alla pagina di Wikipedia su Morton Smith, ma nella versione inglese in quanto più completa (in Italia, terra del gossip per eccellenza, l'eccelso accademico viene ricordato non per tutto quello che ha realizzato nella sua lunga e pregiata carriera, ma soltanto, e in modo decisamente 'strumentale', per lo scandalo che ha suscitato questo Secret Gospel che sto presentando):
<<Tuttavia, fin dall'inizio, gli esperti si mostrarono chiaramente riluttanti a prendere sul serio la scoperta di Smith, che avrebbe rischiato di sollevare troppa polvere. (...) Benché praticamente tutti concordassero sull'autenticità della lettera, la maggior parte degli studiosi preferì pensare che le citazioni provenienti dall' "altro Marco" fossero una creazione della metà del secondo secolo, una rielaborazione del Vangelo di Marco ritenuta erroneamente autentica da Clemente. (...) Pur non avendo preso molto piede all'inizio, la teoria della truffa si affermò negli anni Novanta, quando rappresentò l'unica via d'uscita (e anche la più comoda, visto che Smith ormai non c'era più e non poteva difendersi né intentare cause) da quello che era divenuto un dilemma sempre più profondo. Gradualmente gli studiosi erano stati portati a esaminare più seriamente il lavoro di Smith, e molti degli argomenti a favore di una truffa del secondo secolo si erano indeboliti, mentre si erano rafforzate le prove che il vangelo segreto fosse stato scritto dallo stesso autore della versione più familiare del vangelo di Marco. Peggio ancora, era divenuto sempre più evidente che (contrariamente a quanto credeva Clemente) il Marco segreto doveva essere la forma 'originale' del vangelo, mentre il libro contenuto nel Nuovo Testamento ne rappresentava soltanto una versione editata. Alcuni dei nomi più illustri del settore avevano sostenuto con tutto il loro peso questa teoria (...) A quel punto, l'unica via d'uscita per i sostenitori dello 'status quo' consisteva nell'etichettare l'intera faccenda come una truffa...>>
LYNN PICKNETT & CLIVE PRINCE, da The Masks of Christ (2008), nella traduzione di Giampiero Cara col titolo Il libro che Gesù non ti avrebbe mai fatto leggere per Newton Compton Editori, I edizione, Roma, 2009
PRAEFACTIO
Morton Smith, nato a Philadelphia il 29 maggio 1915 e deceduto a New York l'11 luglio
del 1991, è stato uno dei più grandi storici ed esegeti del cristianesimo di
tutti i tempi. Accademico di grande pregio, laurea in teologia ad Harvard e
Ph.D. a Gerusalemme, negli ultimi trent'anni circa della sua non breve vita
docente di storia antica presso la prestigiosa Columbia University di New York,
ha il merito soprattutto di aver aperto anzi spalancato le porte di un
importante e costruttivo dibattito sul cristianesimo. Dibattito che in realtà
aveva già iniziato a incendiare le platee occidentali fin dal XVIII secolo
grazie all'operato di certi spessi calibri dell' illuminismo sassone
(Saint-John Bolingbroke, Reimarus, Lessing etc.), ma che soltanto con Morton Smith
prima e con la divulgazione dei manoscritti di Nag Hammadi e di Qumran poi,
mise in discussione e ridimensionò alcuni temi fondamentali del cristianesimo
delle origini e del cosiddetto Gesù Storico. Proprio intorno a
questi temi è nato un vero e proprio movimento di massa, oggi in costante
crescita, attivo e diffuso in tutto il mondo, che cerca la verità solo
seguendo il filo oggettivo della Storia e tenendo a debita distanza
indottrinamenti ed affabulazioni di natura dogmatica.
E
proprio questi minuscoli frammenti del Vangelo Segreto di Marco (e
tutto il polverone che ne conseguì e ne consegue tuttora) furono il terminus
a quo di questo movimento...
Nonché
una premessa di quel capolavoro immenso che è Jesus the Magician:
Charlatan or Son of God? del 1978, in Italia èdito col titolo Gesù
Messia o Mago? Indagine sulla vera natura del Nazareno da Gremese
Editore, Roma, 2006... e cui sarà dedicato il prossimo post di questo Blog...
CHRONICA
DELICTI
Tutto
comincia nel 1958, quando Morton Smith, allora docente di storia antica presso
la Columbia University di New York, ritorna al monastero ortodosso di Mar Saba,
20 km a sud-est di Gerusalemme, dove già era stato negli anni '40, come
ricercatore dell'Harvard Divinity School e come dottorando Ph.D. dell'Università
Ebraica...
Vi
ritorna dietro l'invito del Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, che gli
accorda un permesso speciale per riaccedere alla preziosa biblioteca del
monastero, in segno di gratitudine per l'opera svolta da Smith precedentemente
(ovvero la catalogazione dei volumi stampati e di quelli scritti a mano
contenuti nella biblioteca, quando, appunto, era ancora studente)...
Il monastero greco-ortodosso di Mar Saba nei pressi di Betlemme dove è cominciato il destino di Morton Smith, nel bene e nel male...
E
fu così che Morton Smith, durante questa sua seconda visita, scoprì in quella stessa
biblioteca, in mezzo a un'edizione datata 1646 delle Lettere di
Ignazio di Antiochia, la copia di una lettera di tre pagine scritta a mano
in greco antico subito attribuita a Clemente di Alessandria (ca. 150 - ca.
215), eminente patrista, che conteneva la sua risposta a un certo Teodoro
riguardo la setta gnostica dei carpocraziani e l'uso strumentale e
mistificatorio che essi facevano, secondo il teologo, del Vangelo
Segreto di Marco, ossia della versione esoterica del Marco
canonico, una versione <<più spirituale per l'uso di coloro che
raggiungono la perfezione>>, com'è definita dallo stesso Clemente,
che ne citava due brani...
Clemente di Alessandria in un'icona bizantina...
Dei
carpocraziani, a quei tempi molto attivi, in realtà non sappiamo nulla, nulla
che non sia filtrato dalla patristica, la quale ci fa sapere in
differita che erano cattivi, blasfemi e perversi (più o meno come i
"cristiani antropofagi" e “incendiari” della Roma del I e II secolo,
o come i “chrestianos” odiati dal volgo per i loro “flagitia” di Tacito), senza
però mai fornirci quei dettagli in diretta che ci
permetterebbero di valutare personalmente. Mentre del Vangelo Segreto
di Marco, prima della scoperta di questa lettera, non se n'era trovata mai
alcuna traccia, neppure tramite citazioni in altre fonti; ma non c'è da
stupirsi, poiché, com’è noto, sono andati perduti (sono stati fatti sparire)
più o meno tutti quegli indizi storici, letterari etcetera che renderebbero
possibile una rilettura del fermento politico e religioso che avvolgeva la
Palestina del I secolo...
Un disegno tipico della vasta iconografia gnostico-ermetica, che raffigura Harpocrates, una divinità greco-egizia derivante dall'antichissimo dio egizio Hor pa khred, più noto come Horus, che secondo una diffusa teoria, potrebbe essere alla base della corrente gnostica dei Carpocraziani. Secondo alcuni, infatti, Carpocrate (il leader-fondatore) non sarebbe un nome proprio di persona, ma un'attribuzione di culto che lo porrebbe in relazione col dio Horus.
Il
documento attribuito a Clemente era di proprietà del Patriarcato
greco-ortodosso, che rifiutò a chiunque, non soltanto all'eminente studioso
americano, il permesso di spostarlo dal monastero, concedendo solo di
fotografarlo. Pertanto Morton Smith non potè affidarlo ad adeguati laboratori
scientifici, ma si dovette limitare a fotografarlo (in bianco e nero). E fu
previdente, poiché qualche tempo dopo la lettera si eclissò nel nulla. Nel 2000
alle fotografie di Smith si aggiungeranno quelle, a colori, consegnate allo
storico Charles W. Hedrick dagli stessi monaci di Mar Saba che le avevano
scattate anni addietro e che poi saranno subito pubblicate dallo stesso Hedrick
sul magazine specialistico americano The Fourth R del
Westar Institute - Queste poche foto sono tutto ciò che rimane del prezioso
documento...
Tornando
a Morton Smith, questi annunciò la scoperta nel 1960 durante il meeting annuale
della Society of Biblical Literature, e pubblicò poi l'esito delle
sue ricerche nel 1973, in due differenti edizioni: una divulgativa, The
Secret Gospel, per l'editrice Harper and Row; e una specialistica, Clement
of Alexandria and a Secret Gospel of Mark, per la Harvard University
Press...
Naturalmente,
sin dall'inizio vi fu una certa riluttanza da parte del mondo accademico a dare
adeguata considerazione alla scoperta di Smith; sia perché - scomparsa la
lettera (e non solo la lettera, ma anche le pagine dell'antologia di Ignazio
tra le quali era contenuta) - non c'era modo di utilizzare metodologie più
propriamente scientifiche, bensì solo con disamine filologiche si poteva trarre
qualche conclusione; sia perché alcuni biblisti sospettavano la bufala, primo
fra tutti Craig A. Evans, che inizialmente sosteneva Smith ma che poi cambiò
idea perché individuava degli “sconcertanti parallelismi” tra la scoperta del
documento nel ’58, la tesi di laurea di Smith del ’51 e il romanzo di James
Hunter The Mistery of Mar Saba del ’40; e sia perché vi era il
timore diffuso più che giustificato che quei tre microscopici, insignificanti
fogliettini avrebbero provocato un vero diluvio negli ambienti cristiani, per
via di una versione inedita della resurrezione di Lazzaro che
vi era contenuta e che ridimensionava decisamente il “miracolo” più famoso del
mondo occidentale; ma anche per l’equivoco generato da una maldestra rilettura
in chiave sessuale del connubio spirituale tra Gesù e Lazzaro. Le prime analisi
filologiche le effettuò proprio Smith, che confrontò il reperto con altri testi
attribuiti a Clemente, e constatò che molte caratteristiche grammaticali,
stilistiche, ortografiche, semantiche coincidevano perfettamente.
Come preciserà in seguito lo storico delle religioni canadese Scott G. Brown:
Come preciserà in seguito lo storico delle religioni canadese Scott G. Brown:
<<Sia come tecnica letteraria sia come contenuto teologico, le due versioni di Marco concordano al punto di far propendere per una paternità comune...>>
E
fu un diluvio, dicevamo. All'inizio, più che diluvio fu dibattito. Poi Morton
Smith, nel luglio del '91, fu stroncato da un infarto; ed esplose
all’improvviso (ma che bizzarra coincidenza!) la teoria del falsario, che a tutt’oggi non si è mai
placata...
Come
osservano Lynn Picknett e Clive Prince in The Masks of Christ (2008),
nella traduzione di Giampiero Cara col titolo Il libro che Gesù non ti avrebbe
mai fatto leggere per Newton Compton Editori, I edizione, Roma, 2009 (brano
inserito come didascalia introduttiva all’inizio di questo post):
<<Pur non avendo preso molto piede all'inizio, la teoria della truffa si affermò negli anni Novanta, quando rappresentò l'unica via d'uscita (e anche la più comoda, visto che Smith ormai non c'era più e non poteva difendersi né intentare cause) da quello che era divenuto un dilemma sempre più profondo...>>
Lynn Picknett e ClivePrince in una foto sul loro sito ufficiale PicknettPrince.com
Da
allora si susseguono sostenitori e detrattori, ma evito di dilungarmi nei
dettagli, perché sono davvero tanti. L’ultimo appuntamento importante fu
nell’aprile 2011, presso la York University di Toronto, un simposio di un
giorno dedicato a Morton Smith e alle controversie relative al Vangelo
Segreto di Marco. Tra i partecipanti, oltre ai ‘padroni di casa’, cioè gli
organizzatori dell’iniziativa e docenti alla York Tony Burke e Phil Harland, vi
erano Scott G.Brown, Bruce Chilton, Charles Hedrick, Peter Jeffery, Marvin
Meyer, Allan Pantuck, Pierluigi Piovanelli, Hershel Shanks, e Craig A. Evans…
Oggi
il dibattito è più che mai rovente. Anzi, proprio lo scorso 4 aprile, sul
prestigioso The Guardian è apparso un articolo
intitolato Jesus as an openly gay man, sulla presunta omosessualità
del Nazareno, dell'epistemologo inglese Michael Ruse. Ma dal quale preferisco
prendere le distanze – sia perché ho la vaga impressione che non si tratti di
un vero e serio dibattito sull’omosessualità contestualmente al Gesù Storico,
ma di mera provocazione politica, di scandaletto facile e gratuito; sia perché
rischia di gettar benzina su un fuoco che andrebbe invece spento, perché
rischia solo di distorcere e fraintendere ulteriormente un’idea collettiva già
di per sé distorta e fraintesa dei movimenti palestinesi del I secolo; e sia (e
forse soprattutto) perché Michael Ruse fonderebbe le proprie affermazioni su
alcuni rotoli di rame da poco scoperti in Giordania sui quali ancora neppure
gli esperti direttamente coinvolti hanno tratto conclusioni...
Michael Ruse in una foto sul sito U.A. News della University of Alabama inserita in un articolo sulle conferenze del celebre epistemologo sull'evoluzionismo darwiniano
CORPUS DELICTI
(testo della lettera)
Le tre foto del reperto originale, dal sito Early Christian Writings, di cui è riportato il link qui sotto
A) ORIGINALE IN GRECO
Rimando al sito Early Christian Writings:
Greek Text of Secret Mark
1. + ek twn epistolwn tou agiwtatou klhmentov tou strwmatewv? qeodwrw?2. kalwv epoihsav epistomisav tav arrhtouv didaskaliav twn karpokratianwn?3. outoi gar oi profhteuqentev asterev planhtai? oi apo thv stenhv twn entolwn o4. dou eiv aperaton abusson planwmenoi twn sarkikwn kai enswmatwn amartiwn?5. pefusiwmenoi gar eiv gnwsin? wv legousi? twn baqewn tou satana? lanqanousin eiv6. ton zofon tou skotouv tou yeudouv eautouv aporriptontev? kai kaucwmenoi7. eleuqerouv einai? douloi gegonasin andrapodwdwn epiqumiwn? toutoiv oun an8. tistateon panth te kai pantwv? ei gar kai ti alhqev legoien? oud outw sum9. fwnoih an autoiv o thv alhqeiav erasthv? oude gar panta talhqh alhqeia? oude10. thn kata tav anqrwpinav doxav fainomenhn alhqeian prokriteon thv alh11. qouv alhqeiav thv kata thn pistin? twn toinun qruloumenwn peri tou qeopneustou ka12. ta markon euaggeliou? ta men yeudetai pantelwv? ta de? ei kai alhqh tina-13. periecei oud outwv alhqwv paradidotai? sugkekramena gar talhqh14. toiv plasmasi paracarassetai wste? touto dh to legomenon? kai to a15. lav mwranqhnai? o goun markov? kata thn tou petrou en rwmh diatribhn?16. anegraye tav praxeiv tou kuriou? ou mentoi pasav exaggellwn? oude mhn tav17. mustikav uposhmainwn? all eklegomenov av crhsimwtatav enomise prov au18. xhsin thv twn kathcoumenwn pistewv? tou de petrou marturhsantov? parhlqen19. eiv alexandreian o markov? komizwn kai tatautou kai ta tou petrou upo20. mnhmata? ex wn metaferwn eiv to prwton autou biblion ta toiv prokop21. tousi peri thn gnwsin katallhla? sunetaxe pneumatikwteron eu-22. aggelion eiv thn twn teleioumenwn crhsin? oudepw omwv auta ta aporrh-23. ta exwrchsato? oude kategraye thn ierofantikhn didaskalian tou24. kuriou? alla taiv progegrammenaiv praxesin epiqeiv kai allav? eti prose25. phgage logia tina wn hpistato thn exhghsin mustagwghsein touv akroa26. tav eiv to aduton thv eptakiv kekalummenhv alhqeiav? outwv oun-27. propareskeuasen? ou fqonerwv oud aprofulaktwv? wv egw oimai? kai28. apoqnhskwn katelipe to autou suggramma th ekklhsia th en-29. alexandreia? opou eiseti nun asfalwv eu mala threitai? anaginwv30. komenon prov autouv monouv touv muoumenouv ta megala musthria? twn de mi31. arwn daimonwn oleqron tw twn anqrwpwn genei pantote mhcanwntwn? o kar32. pokrathv? up autwn didacqeiv? kai apathloiv tecnaiv crhsamenov?33. outw presbuteron tina thv en alexandreia ekklhsiav katedoulwsen34. wste par autou ekomisen apografon tou mustikou euaggeliou? o kai35. exhghsato kata thn blasfhmon kai sarkikhn autou doxan? eti-36. de kai emiane? taiv acrantoiv kai agiaiv lexesin anamignuv anaide37. stata yeusmata? tou de kramatov toutou exantlhtai to twn karpokrati38. anwn dogma? toutoiv oun? kaqwv kai proeirhka? oudepote eikteon? ou39. de proteinousin autoiv ta kateyeusmena sugcwrhteon tou markou ei40. nai to mustikon euaggelion? alla kai meq orkou arnhteon? ou gar apasi pan41. ta alhqh lekteon? dia touto h sofia tou qeou dia solomwntov parag42. gellei? apokrinou tw mwrw ek thv mwriav autou? prov touv tuflouv ton43. noun to fwv thv alhqeiav dein epikruptesqai didaskousa? autika fh44. si? tou de mh econtov arqhsetai? kai? o mwrov en skotei poreuesqw? hmeiv45. de uioi fwtov esmen? pefwtismenoi th ex uyouv anatolh tou pneumatov46. tou kuriou? ou de to pneuma tou kuriou? fhsin? ekei eleuqeria? panta gar ka47. qara toiv kaqaroiv? soi toinun ouk oknhsw ta hrwthmena apokri-48. nasqai? di autwn tou euaggeliou lexewn ta kateyeusmena elegcwn? a49. melei meta to? hsan de en th odw anabainontev eiv ierosoluma? kai ta50. exhv ewv? meta treiv hmerav anasthsetai? wde epiferei kata lexin?51. kai ercontai eiv bhqanian kai hn ekei mia gunh hv o adelfov authv ape-52. qanen? kai elqousa prosekunhse ton ihsoun kai legei autw? uie da53. bid elehson me? oi de maqhtai epetimhsan auth? kai orgisqeiv o54. ihsouv aphlqen met authv eiv ton khpon opou hn to mnhmeion? kai55. euquv hkousqh ek tou mnhmeiou fwnh megalh? kai proselqwn o ihsouv ap56. ekulise ton liqon apo thv qurav tou mnhmeiou? kai eiselqwn euquv opou57. hn o neaniskov exeteinen thn ceira kai hgeiren auton? krathsav-58. thv ceirov? o de neaniskov embleyav autw hgaphsen auton kai-59. hrxato parakalein auton ina met autou h? kai exelqontev ek60. tou mnhmeiou hlqon eiv thn oikian tou neaniskou? hn gar plousiov? kai meq61. hmerav ex epetaxen autw o ihsouv? kai oyiav genomenhv ercetai o62. neaniskov prov auton? peribeblhmenov sindona epi gumnou? kai63. emeine sun autw thn nukta ekeinhn? edidaske gar auton o64. ihsouv to musthrion thv basileiav tou qeou? ekeiqen de anastav-65. epestreyen eiv to peran tou iordanou? epi men toutoiv epetai to? kai66. prosporeuontai autw iakwbov kai iwannhv? kai pasa h peri67. koph? to de gumnov gumnw kai talla peri wn egrayav ouk eu-68. risketai? meta de to? kai ercetai eiv iericw epagei monon? kai h69. san ekei h adelfh tou neaniskou on hgapa auton o ihsouv? kai70. h mhthr autou kai salwmh? kai ouk apedexato autav o ihsouv?71. ta de alla ta polla a egrayav yeusmata kai fainetai kai estin? h72. men oun alhqhv kai kata thn alhqh filosofian exhghsiv ...
B) TRADUZIONE DAL GRECO ALL'INGLESE
DI MORTON SMITH
Rimando al sito Early Christian Writings:
The letter of Clement of Alexandria to Theodore
Translation by Morton Smith:
From the letters of the most holy Clement, the author of the Stromateis. To Theodore.
<<You did well in silencing the unspeakable teachings of the Carpocratians. For these are the "wandering stars" referred to in the prophecy, who wander from the narrow road of the commandments into a boundless abyss of the carnal and bodily sins. For, priding themselves in knowledge, as they say, "of the deep things of Satan," they do not know that they are casting themselves away into "the nether world of the darkness" of falsity, and, boasting that they are free, they have become slaves of servile desires. Such men are to be opposed in all ways and altogether. For, even if they should say something true, one who loves the truth should not, even so, agree with them. For not all true things are the truth, nor should that truth which merely seems true according to human opinions be preferred to the true truth, that according to the faith.
<<Now of the things they keep saying about the divinely inspired Gospel according to Mark, some are altogether falsifications, and others, even if they do contain some true elements, nevertheless are not reported truly. For the true things being mixed with inventions, are falsified, so that, as the saying goes, even the salt loses its savor.
<<As for Mark, then, during Peter's stay in Rome he wrote an account of the Lord's doings, not, however, declaring all of them, nor yet hinting at the secret ones, but selecting what he thought most useful for increasing the faith of those who were being instructed. But when Peter died a martyr, Mark came over to Alexandria, bringing both his own notes and those of Peter, from which he transferred to his former book the things suitable to whatever makes for progress toward knowledge. Thus he composed a more spiritual Gospel for the use of those who were being perfected. Nevertheless, he yet did not divulge the things not to be uttered, nor did he write down the hierophantic teaching of the Lord, but to the stories already written he added yet others and, moreover, brought in certain sayings of which he knew the interpretation would, as a mystagogue, lead the hearers into the innermost sanctuary of that truth hidden by seven veils. Thus, in sum, he prepared matters, neither grudgingly nor incautiously, in my opinion, and, dying, he left his composition to the church in Alexandria, where it even yet is most carefully guarded, being read only to those who are being initiated into the great mysteries.
<<But since the foul demons are always devising destruction for the race of men, Carpocrates, instructed by them and using deceitful arts, so enslaved a certain presbyter of the church in Alexandria that he got from him a copy of the secret Gospel, which he both interpreted according to his blasphemous and carnal doctrine and, moreover, polluted, mixing with the spotless and holy words utterly shameless lies. From this mixture is drawn off the teaching of the Carpocratians.
<<To them, therefore, as I said above, one must never give way; nor, when they put forward their falsifications, should one concede that the secret Gospel is by Mark, but should even deny it on oath. For, "Not all true things are to be said to all men." For this reason the Wisdom of God, through Solomon, advises, "Answer the fool from his folly," teaching that the light of the truth should be hidden from those who are mentally blind. Again it says, "From him who has not shall be taken away," and, "Let the fool walk in darkness." But we are "children of light," having been illuminated by "the dayspring" of the spirit of the Lord "from on high," and "Where the Spirit of the Lord is," it says, "there is liberty," for "All things are pure to the pure."
<<To you, therefore, I shall not hesitate to answer the questions you have asked, refuting the falsifications by the very words of the Gospel. For example, after ,"And they were in the road going up to Jerusalem," and what follows, until "After three days he shall arise," the secret Gospel brings the following material word for word:
<<"And they come into Bethany. And a certain woman whose brother had died was there. And, coming, she prostrated herself before Jesus and says to him, 'Son of David, have mercy on me.' But the disciples rebuked her. And Jesus, being angered, went off with her into the garden where the tomb was, and straightway a great cry was heard from the tomb. And going near Jesus rolled away the stone from the door of the tomb. And straightway, going in where the youth was, he stretched forth his hand and raised him, seizing his hand. But the youth, looking upon him, loved him and began to beseech him that he might be with him. And going out of the tomb they came into the house of the youth, for he was rich. And after six days Jesus told him what to do and in the evening the youth comes to him, wearing a linen cloth over his naked body. And he remained with him that night, for Jesus taught him the mystery of the kingdom of God. And thence, arising, he returned to the other side of the Jordan."
<<After these words follows the text, "And James and John come to him," and all that section. But "naked man with naked man," and the other things about which you wrote, are not found.
<<And after the words, "And he comes into Jericho," the secret Gospel adds only,
<<"And the sister of the youth whom Jesus loved and his mother and Salome were there, and Jesus did not receive them."
<<But the many other things about which you wrote both seem to be and are falsifications.
<<Now the true explanation and that which accords with the true philosophy...>>
C) TRADUZIONE IN ITALIANO DI WEREWOLF
dal sito di Werewolf: Wolf's Den
Dalle lettere del santissimo Clemente delle miscellanee: a Teodoro.
<<Hai fatto bene a frenare gli infami insegnamenti dei Carpocraziani: infatti costoro sono gli astri erranti che sono profetizzati, coloro che errano dalla strada stretta dei comandamenti verso l'Abisso infinito dei peccati corporali e carnali. Infatti, essendosi riempiti di orgoglio per la conoscenza, come dicono, delle profondità di Satana, ignorano che gettano se stessi nell'oscurità delle tenebre della menzogna e, si gloriano di essere liberi. Sono diventati schiavi di vili desideri. Questi vanno dunque contrastati in tutto e per tutto: infatti, se anche dicessero qualcosa di vero, chi ama la verità non dovrebbe allora essere d'accordo con loro, giacché non tutto ciò che è vero è verità. Non bisogna preferire alla verità rispetto alla fede ciò che sembra verità in base alle opinioni umane. Allora, delle cose ripetute riguardo al vangelo secondo Marco ispirato da Dio, alcune sono completamente false, altre, se anche qualcosa di vero vi è contenuto, non viene trasmesso in modo veritiero. Infatti la verità, poiché è mescolata alle falsificazioni, viene così corrotta che, come si dice, anche il sale perde il sapore. Marco, cioè, scrisse le azioni del Signore durante il soggiorno di Pietro a Roma, non però riferendole tutte, né d'altronde indicando quali hanno un significato spirituale nascosto, ma scegliendo quelle che riteneva più utili per la crescita della fede dei catecumeni. Quando però Pietro subì il martirio, Marco andò ad Alessandria, portando via le memorie sue e quelle di Pietro: da esse trasferì nel suo primo libro quelle valide per il progresso riguardo alla conoscenza. Scrisse un vangelo più spirituale per l'uso di coloro che raggiungono la perfezione. Nondimeno, non divulgò quelle segrete, né scrisse l'insegnamento sacro del Signore, ma ne aggiunse anche altre ai fatti già scritti. Inserì inoltre ancora un passo da quelli di cui sapeva che la spiegazione avrebbe istruito sui misteri divini i discepoli fino al nucleo della verità sette volte nascosta. Dunque così l'ebbe preparato, non con invidia né, come penso, d'un colpo, e morendo lasciò in eredità il suo libro alla chiesa di Alessandria, dove ancora adesso viene ben custodito molto al sicuro, conosciuto soltanto presso coloro che studiano i grandi misteri. Poiché i demoni impuri tramano sempre la rovina del genere umano, Carpocrate, dai quali è stato istruito, utilizzando anche le arti dell'inganno, così assoggettò un anziano della chiesa di Alessandria al punto che ottenne da lui la copia del vangelo mistico. Ed egli anche interpretò, ed ancora la profana, la dottrina, in base alla sua empietà e carnalità, mescolando le espressioni più pure e sante alle menzogne più impudenti: la credenza dei carpocraziani è inondata da questa mescolanza. Come ti ho detto anche sopra, dunque, mai bisogna cedere a costoro, né bisogna concordare con loro, qualora dovessero offrire le loro false dichiarazioni attraverso quelle che stanno nel vangelo. Sta dopo questo: "Erano sulla strada verso Gerusalemme", regolarmente fino a: "dopo tre giorni risorgerà"; così riporta in base al passaggio:"E andavano a Bethania e lì stava una donna, il fratello della quale era morto. E venendo, si inginocchiò davanti a Gesù e gli disse: 'Abbi pietà di me.' I discepoli la biasimarono. Gesù, adirato, se ne andò con lei verso il giardino dove stava la tomba: e subito si sentì una gran voce dalla tomba, e Gesù arrivando rotolò via la pietra dall'ingresso della tomba. Entrando poi subito dov'era il giovane, tese la mano e lo risvegliò, afferrando la mano. Il giovane guardandolo lo amò e cominciò ad invitarlo affinché stesse con lui. Ed uscendo dalla tomba andarono all'abitazione del giovane, difatti era ricco. E dopo sei giorni Gesù lo richiese. E giunta la sera il giovane venne da lui, indossando un drappo di lino sul corpo nudo. E rimase lì quella notte, infatti Gesù gli insegnò il mistero del regno di Dio. Da lì si alzò per partire, si volse indietro verso l'altra sponda del Giordano."
Dopo questo segue: "E Giacomo e Giovanni gli andarono presso", e tutta la pericope. Ma "nudo con nudo" e tutto il resto riguardo a quel che hai scritto non si trova. Dopo: "E andò a Gerico" aggiunge soltanto: "E lì v'erano la sorella del giovane che Gesù amava, la madre di lui e Salomé. E Gesù non le ricevette." Tutto il resto che hai scritto sembra ed è menzogna. Dunque, la vera spiegazione ed in base alla vera filosofia...>>
LUCUBRATIO
Qualche riflessione, che non fa certo male.
D’altronde, questo è un blog di riflessione, appunto, non di dibattito e
ricerca. Per quanto concerne il buon Morton Smith tacciato per
falsario… beh, un conto sono gli ultrà dell’integralismo cattolico che certo
non si può dire siano particolarmente dotati di buon senso ed oggettività, un
altro conto sono gli storici e gli esegeti del calibro di un Craig A. Evans,
per esempio, che sostengono la tesi del falsario adducendo ragioni tutt’altro
che pretenziose.
Personalmente suggerirei a chiunque di farsi una
buona lettura al seguente link:
nel
quale il celebre biblista statunitense che attualmente vive e insegna in Canada
ci racconta le motivazioni per cui inizialmente appoggiò la tesi dell’autenticità
del Vangelo Segreto, poi si schierò con la parte opposta della
barricata. Per dirla breve, ebbe i primi sospetti quando gli capitò tra le mani
la tesi di laurea del ’51 di Morton Smith, Tannaitic Parallels to
the Gospels, nella quale effettivamente si propongono con una certa
insistenza (e un bel po’ in anticipo) quegli stessi temi poi diventati di
dominio pubblico nel ‘60 con la divulgazione della scoperta della lettera...
Io personalmente sono sempre stato, e sono ancora,
schierato dalla parte dell’autenticità della lettera, non perché creda a quel
documento in se stesso, ma perché ormai sappiamo, non crediamo –
consentitemi l’arroganza e il prestito da Jung – che è vero quello
che si racconta nella lettera. A prescindere dal vangelo segreto di
Marco. Poi, può anche darsi che Morton Smith abbia voluto realizzare la “bufala
del secolo”, che abbia voluto rendere letteralmente quanto afferma lo stesso
Clemente, in quella sorta di apologia della menzogna che
sapeva un po’ di don Camillo:
Oppure, semplicemente, si tratta di coincidenze. In ogni caso, non cambia la Storia della Palestina del I secolo, nonostante i tentativi della chiesa di cancellarla più che di cambiarla; non cambia che il Nazareno fosse innanzitutto un nazareno, con tutti i tratti caratteristici che potesse avere un nazareno, esoterismo e rituali misterici inclusi (vedi Pitagora); non cambia che fosse uno gnostico a 360 gradi, forse addirittura il fondatore dello stesso gnosticismo (la convinzione che lui e Simon Mago – e quindi Dositheus, l’alter ego di Simon Mago - fossero la stessa persona, ormai è patrimonio comune assai diffuso); non cambia che in un modo o nell’altro il nostro Yehoshua si fosse lasciato coinvolgere, come d’altronde tutti i leader ebraici dell’epoca, dal movimento messianico, e se non lui i suoi discepoli senza ombra di dubbio – anche se non come giudeo, non come Messia figlio di David, certamente, ma come israelita del Nord, cioè come Messia figlio di Giuseppe - che secondo copione avrebbe dovuto radunare le pecore perdute della casa di Israele e poi morire ucciso prima dell’entrata in scena del Messia figlio di David (i Messia della Tradizione sono due, non uno – in qualsiasi sito o forum ebraico ve lo spiegheranno meglio di me); non cambia che anche se tutto ciò è soltanto una teoria, sarà pur sempre una teoria fondata sulla prassi, sulle evidenze della Storia, una teoria senz'altro più realistica della favola ufficiale; e, soprattutto, non cambia che Morton Smith resta quello che è – a prescindere da bufale o non bufale – lo storico che per primo ha capito tutto o quasi; se non altro ha capito che lo Yehoshua HaNotzri (Gesù il Nazareno) della Storia e il Gesù di Nazareth della Favola erano due personaggi completamente differenti…<<Se anche dicessero qualcosa di vero, chi ama la verità non dovrebbe allora essere d'accordo con loro, giacché non tutto ciò che è vero è verità. Non bisogna preferire alla verità rispetto alla fede ciò che sembra verità in base alle opinioni umane...>>
Per
saperne di più sull’essenismo, sia nazareno che osseano-qumranico, suggerisco
un sito davvero straordinario, gestito da un gruppo che vive secondo le antiche
regole essene e che oltretutto mette a disposizione del Web una biblioteca
molto interessante - The Nazarenes of Mount Carmel. An Esoteric
Spiritual Order - purtroppo esiste solo in lingua inglese ma è da
visitare. Il link è il seguente:
scriveva Ivan S. Turgenev, in Padri e figli, nel 1862. Ecco, io aggiungerei che se l’uomo si soffermasse ad osservare le cose che lo circondano un po’ più approfonditamente, non solo capirebbe che esistono altri modi di soffiarsi il naso diversi dal suo, ma soprattutto capirebbe perché lui stesso se lo soffia in quel modo…<<L'uomo è in grado di capire tutto; come si agita il vento, che cosa avviene sul sole, ma capire come un altro uomo possa soffiarsi il naso in modo diverso dal suo, questo no, non lo può capire>>,
Quindi, riguardo l’aspetto esoterico del Vangelo Segreto (e di tutto il "teorema smithiano" del Jesus Magician),
è sin troppo ovvio – anche mettendo da parte il Lazzaro 'marciano' e osservando
più realisticamente il Lazzaro 'canonico', cioè quello 'giovanneo' – che il
“miracolo dei miracoli” altro non è che un tipico rituale misterico, nella
fattispecie quello egizio dedicato a Osiride.
Scrive Vincenzo Pisciuneri nel suo splendido
lavoro Il mistero della seconda nascita (che trovate nel Web
in pdf):
<<La resurrezione o iniziazione di Lazzaro si ritrova nei Misteri Egizi, ove l’iniziando rappresentato come un Defunto, dopo il rito assumeva il nome di Osiride. Sia Osiride che il Defunto erano rappresentati avvolti nelle bende come delle mummie. La tradizione egizia ci informa che Horos, il figlio di Osiride, resuscitò un uomo di nome El-Azar-us. El, per gli Ebrei è il nome del Sole. Azar è uno dei vari nomi di Osiride, che con l’aggiunta di una lettera diviene Lazar, cioè Lazzaro. Nel mito egizio il risveglio dal sonno della morte di Osiride è rappresentato fra due donne, le dee Nephtys (Marta) e Iside (Maria). Erodoto e Plutarco ci informano che la figura di un morto era fatta circolare durante i banchetti egiziani e gli ospiti erano invitati a guardarla e a mangiare e bere ed essere felici, perché dopo la morte sarebbero diventati immortali. Questo tipo di immortalità era chiamata karest o karust. Il karest era raffigurato come un’immagine avvolta in un vestito bianco senza cuciture, come il sudario di Lazzaro. Questo karest fra i Latini divenne chrest e Kestoi fra i Greci…>>
E
anche il buon Giancarlo Tranfo, ben noto esponente del
"cenacolo arpiolide", nel suo L'incredibile censura del
vangelo di Marco, sul proprio sito Yeshua.it:
<<L'episodio evidenzia uno speciale rapporto tra Gesù e Lazzaro. Ciò può aver indotto i carpocraziani, inclini, come asserito da Clemente, alla soddisfazione dei sensi, a leggere tale rapporto in una chiave omosessuale. In realtà come afferma lo stesso prof. Smith, è probabile che l'episodio si riferisca ad una vera e propria iniziazione misterica: morte e rinascita ritualizzate e simboliche secondo principi piuttosto comuni a quel tempo in Medio Oriente e, più in particolare, pienamente presenti nella fede e nelle liturgie degli esseni, mentre lo stretto legame di Gesù con Lazzaro deve essere visto in un probabile rapporto di stretta parentela. Ma quale senso potrebbe avere la simulazione di una morte e di una resurrezione? Del significato spirituale nascosto dietro le apparenze dei racconti degli Evangelisti non è possibile capire molto, e, se vogliamo prescindere dalla interpretazione storica di comodo dell’ortodossia cristiana, dobbiamo fare leva sulla conoscenza di linguaggi simbolici e, talvolta, di espressioni iniziatiche. (…) Assai spesso, nelle confraternite spirituali, il discepolo riceveva dal maestro un tipo di iniziazione che simulava una sorta di resurrezione. Veniva realizzata in tutto e per tutto una scenografia funebre: l'adepto poteva essere avvolto in un panno funebre, poteva essere posto all'interno di una cripta, poteva trascorrervi tre giorni nel buio e nel silenzio, senza bere e senza mangiare (ma si trattava in realtà di non più di 36 ore, perché veniva seppellito la sera del primo giorno e riesumato all'alba… del terzo giorno). Ciò era comune in Egitto, come in Palestina, in Caldea, in Persia, in India. In alcuni circoli iniziatici orientali, ancora oggi la morte e la resurrezione non sono semplici esteriorità liturgiche, ma complesse e pericolose acrobazie associate ad uno stato di profonda catalessi e ad uno straordinario abbassamento del metabolismo basale, documentato anche dagli scienziati. Tutto questo ci illumina sulla morte di Lazzaro: si trattò di qualcosa che, almeno in gran parte, ebbe a che fare con una simile cerimonia di iniziazione, comune all'interno della confraternita essena e riservata agli adepti avanzati...>>
La Resurrezione di Lazzaro secondo Giotto nei celebri affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova
E
ancora, Lynn Picknett e Clive Prince, nell’opera
già più volte citata in questo post, The Masks of Christ:
<<A differenza dell'epoca attuale, in cui anche il semplice accenno ad azioni clandestine solleva sospetti di sordide o sinistre coperture, il mondo antico 'si aspettava' che una religione avesse dei segreti. All'epoca di Gesù, tutte le religioni erano solite celare delle informazioni alla gran massa dei loro membri, operando una distinzione tra i riti pubblici e le cerimonie interne a cui partecipava soltanto il clero. (...) Così, benché oggi possa sembrare strana, persino sconcertante, l'idea che esistesse una versione segreta del cristianesimo, inserita nel contesto dell'epoca, era non solo tutt'altro che sorprendente, ma addirittura anche prevedibile. All'epoca la gente sarebbe rimasta sorpresa se Gesù non avesse avuto degli insegnamenti segreti da impartire. In ogni caso, anche i vangeli dicevano chiaramente che le sue parole operavano su due livelli: uno per il pubblico e uno per i suoi discepoli>>…Esoterismo, ritualismo misterico, tutt’altro che estraneo all’essenismo (specialmente quello nazareno-pitagorico), che non troppo di rado troviamo anche negli scritti canonici, come in Matteo, 13.10-13: <<Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: “Perché parli loro in parabole?”. Egli rispose: “Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedano, e pur udendo non odano e pertanto non comprendano"…>>
Enunciato di tipico impianto gnostico,
mi sembra fin troppo chiaro, soprattutto è evidente la rigorosa distinzione tra
ilici, psichici e pneumatici… per dirla in breve, tra quelli che non vedono e
non odono, quelli che potrebbero vedere e udire, e quelli che vedono e odono
perfettamente e hanno il dovere di guidare i secondi… In questi versi è
descritta la vera e propria "iniziazione" esoterica, altro che
incondizionata accettazione del povero di spirito…
E passiamo a quello che viene considerato l'episodio
più scabroso del Vangelo Segreto di Marco, quello sulla presunta
omosessualità di Gesù e Lazzaro, che dal ’73 a oggi ancora viene sbandierata da
alcuni irriducibili come prova inequivocabile di blasfemia smithiana:
<<Entrando poi subito dov'era il giovane, tese la mano e lo risvegliò, afferrando la mano. Il giovane guardandolo lo amò e cominciò ad invitarlo affinché stesse con lui. Ed uscendo dalla tomba andarono all'abitazione del giovane, difatti era ricco. E dopo sei giorni Gesù lo richiese. E giunta la sera il giovane venne da lui, indossando un drappo di lino sul corpo nudo. E rimase lì quella notte, infatti Gesù gli insegnò il mistero del regno di Dio>>…
Eccolo, questo è il brano incriminato. Come potete vedere voi stessi, nulla, ma proprio nulla del testo riportato può anche solo lontanamente far presupporre una qualsivoglia relazione carnale. Ma neppure metaforicamente. Per vedercela bisogna essere non maliziosi ma proprio depravati...
Clemente a Teodoro, nella lettera, riferisce di
una reinterpretazione parallela da parte di Carpocrate che non
riguarda specificamente la copia che al momento il patrista sta trascrivendo,
della quale invece garantisce l'assoluta autenticità e la paternità marciana,
spiegando, appunto, delle tre versioni pubblica, esoterica ed iniziatica.
Piuttosto, tra il Gesù e il Lazzaro del frammento è semmai evidente un grande,
profondo e incondizionato amore spirituale, decisamente tutt’altro che carnale,
quale quello tipico tra maestro e discepolo in ogni disciplina mistica o
esoterica, di ogni cultura, di ogni etnìa e di ogni epoca...
Scrive Vincenzo Pisciuneri nel già citato Il mistero della
seconda nascita:
<<Nel linguaggio mistico misterico il termine amore descrive l'intimo rapporto fra Maestro e discepolo non certamente un rapporto carnale...>>
Poi,
se l'incontro tra Lazzaro e Gesù nel Vangelo Segreto sembra
preludere a una effettiva relazione carnale, che cosa sarà mai allora il
rapporto tra Gesù e Giovanni descritto nel Vangelo di Giovanni,
specie l'Ultima Cena, per esempio al 13.23-25:
<<Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Di’, chi è colui a cui si riferisce?". Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse...>>
Ma
anche l’amore improvviso di Gesù per il riccone taccagno
in Marco (canonico), 10.21:
<<Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi"...>>
Mi
viene da pensare che Giovanni e il nababbo del Marco canonico ispìrino più
simpatia del povero Lazzaro del Marco segreto...
Poi,
naturalmente, non voglio dire che Gesù non avesse tendenze omosessuali, chissà,
e perché no, può anche darsi, anzi magari ciò ne garantirebbe una personalità
più femminile e quindi più recettiva, più lunare, indubbiamente più
interessante se non persino più coerente sotto il profilo mistico; ma,
francamente, proprio per un mistico (anche se fosse l'ultimo dei dilettanti), a
maggior ragione per un mistico arrivato al più elevato livello di Gnosi come
Gesù, che entra ed esce dal corpo quando vuole (i suoi famosi
"viaggi" nel "Regno di Dio"), che ha ormai una padronanza
assoluta dell'energia propria ed altrui, che manipola la natura a proprio
piacimento, è davvero difficile legarsi alla materia al punto tale da indulgere
a un qualsivoglia tipo di edonismo, sia sessuale che gastronomico e via
dicendo. Il non attaccamento non è una formula esclusiva del buddhismo. E poi
era un nazareno, che dovrebbe avere se non lo stesso significato per lo meno un
significato affine a nazireo – anche se in proposito i filologi non son tutti
d’accordo – e cioè colui che nell’antica Palestina faceva voto di nazireato,
letteralmente consacrazione al divino, con la rigorosa astinenza dal sesso, e
da certi cibi e bevande secondo il kasherut (la normativa alimentare stabilita
dalla Torah), e col divieto di radere capelli e barba sino alla scadenza del
voto. Probabilmente i nazareni si chiamavano così proprio perché seguivano, forse
in perpetuum, il nazireato.
Erano i famosi <<esseni celibi>> di cui parlava
Giuseppe Flavio, strettamente legati ai Terapeuti egiziani di cui parlava
Filone di Alessandria (anch’essi votati al celibato), non erano giudei in senso stretto e
letterale quindi non avevano l’obbligo di sposarsi e di procreare, e non erano
neppure mosaici in senso stretto (<<riconoscevano Mosè e
credevano che avesse ricevuto delle leggi, non la nostra legge ma altre>>,
racconta il patrista Epifanio), ed erano seguaci della Scuola di Pitagora (che
ugualmente propugnava l’astinenza sessuale)…
Come
riportiamo da Wikipedia:
<<Nel 2011 la Chiesa, attraverso le parole dell'Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio dell’Onu a Ginevra Silvano Tomasi ha espresso un forte dissenso all' inclusione dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere tra i diritti umani, come deliberato dalla Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite. Attualmente La Chiesa Cattolica chiede esplicitamente agli Stati di affermare chiaramente il carattere immorale di questo tipo di unione e di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica, aggiungendo inoltre che si tratta di un male che va tollerato e non approvato o legalizzato>>...
O lo stesso Joseph Ratzinger, penultimo
pontefice col nome di Benedetto XVI (dimissionario dal ministero petrino
proprio lo scorso febbraio), già prefetto della Congregazione per la dottrina
della fede dal 1981 al 2005, e proprio in questa veste nell'86 autore di un documento
intitolato Cura pastorale delle persone omosessuali, nel quale
senza troppi mezzi termini si dichiara:
In proposito è lecito ricordare che il 17 maggio 2007, in occasione dell'annuale Giornata internazionale contro l'omofobia, l'organizzazione non governativa Human Rights Watch ha inserito Ratzinger <<tra i leader mondiali che usano la loro autorità per negare diritti umani di base>> poiché <<è andato ben oltre l'espressione delle vedute teologiche della Chiesa sulla omosessualità>>, intervenendo <<nella politica in molti paesi per condannare o minacciare quanti sostengono gli uguali diritti o qualsiasi forma di riconoscimento per le famiglie di lesbiche e gay>>...
<<Che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata.>>
In proposito è lecito ricordare che il 17 maggio 2007, in occasione dell'annuale Giornata internazionale contro l'omofobia, l'organizzazione non governativa Human Rights Watch ha inserito Ratzinger <<tra i leader mondiali che usano la loro autorità per negare diritti umani di base>> poiché <<è andato ben oltre l'espressione delle vedute teologiche della Chiesa sulla omosessualità>>, intervenendo <<nella politica in molti paesi per condannare o minacciare quanti sostengono gli uguali diritti o qualsiasi forma di riconoscimento per le famiglie di lesbiche e gay>>...
<<Inclinazione>> che deve essere considerata come <<oggettivamente
disordinata>>...? E per fortuna che in diverse occasioni Ratzinger ha anche
condannato la violenza omofoba piuttosto frequente in Italia (Italia che nella
maggior parte dei sondaggi appare costantemente in cima alle classifiche
dei "paesi più omofobi d'Europa" assieme ad alcuni paesi
dell'Est - soliti Bulgaria, Lituania, Albania, Turchia, Grecia, etc., e tra i
cosiddetti "paesi civilizzati" (sic!) forse l'unico a non avere una
legislazione penale antidiscriminazione )...???
Molto
istruttivi in proposito i dati dell'ultimo rapporto annuale (2013) di Amnesty
International:
Ma
come si può pretendere di placare le violenze omofobe, dichiarando
pubblicamente, dall’alto dello scranno cardinalizio prima e da quello papale
poi, che, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una
tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal
punto di vista morale…? E’ forse troppo scontato dire che l’omofobo medio
non è stato dotato da Madre Natura per poter capire certe sfumature
linguistiche, e che quindi l’unica cosa che capisce sentendo le parole di
Ratzinger è che l’omosessuale è semplicemente “immorale” e “cattivo”, e che da
una considerazione simile alla violenza tout-court il passo è
breve…?
Una mappa dell'omofobia su scala mondiale
Per
chiudere quest'argomento, cito il simpatico etologo svedese Magnus
Enquist, che nel 2008 fu tra gli organizzatori di Against Nature?,
una splendida mostra proveniente da Oslo e ospitata dal Museo di Storia
Naturale di Genova per il Festival della Scienza 2008, che dimostrò, attraverso
una serie di studi scientifici sui comportamenti omosessuali di oltre
millecinquecento specie animali, che l’omosessualità è un fenomeno del
tutto naturale. Mostra che – tanto per rimanere in tema - fu
duramente contestata da alcune associazioni cattoliche poiché alcune scuole vi
ci portavano le proprie scolaresche. Magnus Enquist per l’occasione scrisse:
<<Ci sono cose che vanno contro natura molto più dell’omosessualità, cose che soltanto gli esseri umani riescono a fare, come avere una religione o dormire in pigiama…>>
L'etologo Magnus Enquist in una foto di Kerstin Mothander dal sito ufficiale dell'Università di Stoccolma
Concludo con una "chicca" per tutti coloro che volessero approfondire il dibattito sull'autenticità o meno del Vangelo Segreto di Marco, e che avessero una certa dimestichezza con la lingua inglese, o che volessero munirsi di pazienza e procurarsi un traduttore... Si tratta di un documento eccezionale (in pdf), il resoconto dell'analisi grafologica del testo incriminato effettuata nel 2010 dalla grafologa greca Venetia Anastasopoulou, per conto della Biblical Archaeology Review; è stato confrontato il manoscritto di Mar Saba con campioni di scrittura di Morton Smith, concludendo che il manoscritto non è opera di Smith, e quindi è presumibilmente (deducibilmente) autentico…
Come
narrano le cronache, nel 2005 il cristianologo Stephen Carlson pubblicò The
Gospel Hoax: Morton Smith's Invention of Secret Mark ('Il Vangelo
bufala: l'invenzione di Morton Smith del Marco segreto'), dove sosteneva
che Morton Smith era l'autore stesso del manoscritto di Mar
Saba, in poche parole che il Marco Segreto era una volgare
bufala.
È decisamente superfluo (e patetico) sottolineare la facilona
pretestuosità di Carlson, che pensava di poter risolvere l'analisi di
autenticità di un testo semplicemente osservando (a vederlo in
foto, francamente, non sembrerebbe dotato di cotanto visus falchesco) un
"tremore da falsario"...
In quanto, secondo lui, era più che evidente
che le lettere "ϑ" (theta) e "λ" (lambda) del
Vangelo Segreto corrispondessero a quelle di Smith stesso (triplo sic!)... Dopo
lunghi, noiosissimi, estenuanti dibattimenti, che non sto neppure a menzionare
(interessanti più che altro i botta-e-risposta con lo storico 'pro-Smith' Scott
G. Brown), nel 2010 finalmente è stata eseguita un'indagine sul testo
decisamente più attendibile scientificamente di quella di "Occhio di
Falco" Carlson che avrebbe 'subito' constatato da una semplice occhiata (forse l'occhio
lungo del Vaticano?) che la grafia era tremolante e quindi "da
falsario"... E per fortuna che il povero Smith non aveva l'alzheimer,
sennò come minimo lo avrebbero fatto a pezzettini...
Ecco il link con il resoconto completo
dell'esame grafologico - buona visione:
(18 maggio 2013)
jun-zi guan
Nessun commento:
Posta un commento